“A conclusione della giornata lavorativa, mi fermo, guardo al lavoro svolto e rifletto su come l’ho svolto.
Se penso di aver lavorato bene, mi dico: mi stimo e m’incoraggio.
L’ho insegnato anche alle mie colleghe e questo ci aiuta a sentirci in qualche modo a posto nel lavoro quotidiano, a confermarlo ogni giorno, a stare bene nonostante le continue difficoltà di cura, a trovare soddisfazione in quello che facciamo per ogni nostro ospite.

L’altro giorno, per esempio, ci siamo apprezzate e ci siamo sostenute durante un nuovo ingresso al Centro Diurno in cui lavoriamo. Si tratta di un ospite con demenza e con un disturbo comportamentale di difficile gestione, che ha risposto da subito con aggressività, ostilità e opposizione a noi e al nuovo ambiente.
Per i primi due giorni è andata veramente male.
Ma queste due giornate sono state per noi preziose e utili: ci sono servite per osservarlo, per conoscerlo, per trovare eventuali strategie, per capire il suo comportamento, la sua reazione al nuovo ambiente e il suo modo di comunicare con gli operatori. Ci siamo messe alla giusta distanza per osservarlo, per conoscerlo, senza giudizio o pregiudizio, ma con attenzione, curiosità e professionalità.
Al terzo giorno, ci sono stati già dei miglioramenti: l’ospite si è mostrato molto più tranquillo, calmo e disponibile alla relazione con noi e siamo riuscite anche a coinvolgerlo in attività piacevoli, come la lettura del giornale.

In occasione di un momento formativo organizzato dalla Cooperativa abbiamo imparato che dietro ad un urlo, ad un calcio, dietro ad un comportamento aggressivo o agitato, c’è prima di tutto una persona, la sua storia di vita, il suo modo personale di rispondere al mondo attorno, il suo carattere e i suoi gusti. E’ per questo che cerchiamo sempre di creare giornate interessanti per gli utenti, di adeguare il nostro tono di voce sapendo di parlare con un adulto, di lasciar far loro tutto quello che sono in grado di fare, di porre attenzione ai suoni dell’ambiente circostante perché anche la confusione può creare paura. Ma, soprattutto, cerchiamo sempre di conoscere, rispettare e onorare la loro storia, la loro vita, e di usare tutto questo come un ponte magico per entrare costruire un rapporto, per stare in relazione e creare un contatto con ognuno di loro.

Tutto questo è per noi importante, è fondamentale nel nostro lavoro di cura.
Lo abbiamo anche scritto su dei cartelli appesi nelle stanze del Centro, così da ricordarlo e tenerlo sempre a mente.

Ed è per tutto questo che noi ci stimiamo e c’incoraggiamo!”

Operatrice Socio Sanitaria di un Centro Diurno – Disegno Francesco Pizzinelli

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